L'EMIGRAZIONE
Il fenomeno emigratorio rappresentò anche per Roccaforte uno dei processi sociali più rilevanti che si verificarono all’inizio del XX° secolo.
Ad emigrare furono agricoltori, braccianti, muratori e manovali.Alcuni ritornavano dopo tre o quattro anni, altri tornavano per acquistare terre e ripartivano quasi subito mentre scarso era il rientro dei gruppi familiari emigrati. L’emigrazione fu prevalentemente transoceanica. Le nazioni che ospitarono la maggior parte degli immigrati , furono l’Argentina e gli Stati Uniti che divennero agli inizi del novecento il sogno di chi andava in cerca di fortuna. La crescita della popolazione roccafortese però non fu frenata dall’emigrazione perché come si può facilmente verificare nonostante il massiccio esodo verificatosi dal 1900 sino al 1923 la popolazione globale aumentò. Il luogo che ha accolto tantissimi aspiranti cittadini statunitensi è stato il porto di Ellis Island. Gli emigranti all'arrivo dovevano esibire i documenti di viaggio con le informazioni della nave che li aveva portati a New York. Medici del Servizio Immigrazione controllavano brevemente ciascun emigrante. Chi superava questo primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei Registri, dove erano attesi da ispettori che registravano nome, luogo di nascita, stato civile, luogo di destinazione, disponibilità di denaro, professione e precedenti penali. Per i ritenuti non idonei, c'era l'immediato reimbarco sulla stessa nave che li aveva portati negli Stati Uniti, la quale, in base alla legislazione americana, aveva l'obbligo di riportarli al porto di provenienza. Dal 1917, modifiche alle norme d'ingresso, limitarono i flussi immigratori Nel periodo tra le due guerre mondiali si registrò un aumento delle emigrazioni interne a causa delle restrizioni imposte dai grandi paesi transoceanici. Durante il regime fascista forte fu il reclutamento di operai per l’Africa Orientale Italiana. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la disoccupazione a Roccaforte raggiunse delle cifre elevate. I capifamiglia disoccupati erano circa 400. Questo dato era particolarmente grave perchè i disoccupati rappresentavano il 60% in rapporto alla popolazione attiva. Molti abbandonarono la pastorizia per la mancanza di pascoli causata dal rimboschimento operato dall’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste e per i miseri guadagni derivanti da tale attività. L'esodo migratorio riprese in maniera notevole dagli anni '50 in poi verso le grandi città della Pianura Padana, specialmente quelle industriali, dove si trovava facilmente occupazione meglio retribuita presso le industrie in quel periodo fiorenti. I luoghi scelti dai roccafortesi furono soprattutto Domodossola, La Spezia e Milano. Contemporaneamente si svolse un'emigrazione massiccia verso i paesi più industrializzati d'Europa, maggiormente Svizzera e Germania. Questo fenomeno portò ad uno spopolamento dell’intero territorio di Roccaforte del Greco e nel periodo tra il 1951 e il 1971 la popolazione passò da 1778 a 1377 abitanti. Dagli anni settanta in poi il flusso emigratorio non fu costituito solo da operai, manovali e muratori in cerca di un futuro migliore ma anche da giovani laureati e diplomati in cerca di occupazione adeguata al titolo di studio conseguito. In questo stesso periodo si verificò un fenomeno denominato “microemigrazione”, provocato dalle crescenti aspettative riguardo la qualità della vita ( scuole superiori, problemi di salute, lavoro…..) , che costrinse alcuni abitanti ad abbandonare il paese natio per trasferirsi soprattutto a Melito Porto Salvo e a Reggio Calabria. L’alluvione del 1972 contribuì in modo decisivo allo spopolamento pressoché totale della frazione Ghorio.
Articolo scritto da Francesco Palamara